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È possibile capire chi siamo da come scriviamo? La nostra grafia svela anche quello che cerchiamo di nascondere? Se per Christian Dior «il profumo di una donna ci dice di lei più di quanto non faccia la sua grafia», per il saggista Lance Morrow la storia della manoscrittura è «l'encefalogramma della nostra civiltà». Gli esseri umani sono da sempre interessati non solo a ciò che scrivono ma anche al modo in cui lo fanno, perché hanno da sempre sospettato che questo riveli non solo la propria personalità, ma anche i più reconditi cambiamenti del proprio animo. La grafologia è una disciplina antica che trova solidi fondamenti tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. Ci dice non solo chi siamo, ma anche chi vorremmo essere, cosa potremmo diventare, e cosa una parte di noi cerca di nascondere all'altra. Proviamo a forgiare la nostra scrittura, ma al tempo stesso ne siamo plasmati, così come cerchiamo di cambiare il nostro carattere ma al tempo stesso ne siamo determinati. Se conoscere sé stessi è il primo passo per riscrivere il proprio destino, la grafologia ci aiuta a compiere i primi passi per diventare ciò che siamo. E ciò che, in fondo in fondo, avremmo sempre voluto essere. Che cosa svela la nostra grafia? Possiamo capire meglio gli altri analizzando la loro scrittura?